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Scrivi un commento al testo di Giuliana Campisi
L’alba dei sogni

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Sono uscita nella notte buia
ed ho camminato tra l’erba
e il fieno profumato
delle campagne opalescenti di nebbia
e poi ancora su per i boschi
tra gli alberi antichi
al chiarore della luna,
che attraversando i rami,
disegna intorno arabeschi
di ombre misteriose,
mentre la civetta grida
il suo dominio sulla notte.
Tra cespugli di mirtilli e bacche
nel sottobosco rorido di acquosi umori,
una schiera di folletti ed elfi danza
tra lucciole splendenti e radure erbose.
E poi ancor più su,
su per le ripide erte,
nei sentieri incerti,
tra sassi e rocce accarezzati
da licheni e muschi,
fin sulla cima di quel crinale aspro
sopra una rocca grigia d’acciaio,
corrosa e graffiata dal tempo e dal dolore,
mi son seduta.
Davanti a me vallate rosa arancio
sfumanti nel turchino,
come tramonto caduto sulla terra,
perlescenti e soffici come nuvole sottili.
E lì, come aquiloni,
ho visto Sogni uscire dalle case, dalle genti ,
volare via come nubi sospinte dal vento
o fluttuar leggeri come piume.
Ho visto sogni camminare piano
e nascondersi dietro porte corazzate,
ho visto sogni sbattere qua e la
come falene nei lampioni
ed ho visto sogni
strisciare silenti sotto le porte
e sgranare gli occhi incantati
di fronte all’infinito spazio.
E’ un’alba infinita questa,
che non cederà mai
il passo al giorno né alla notte
perché finchè dura
dureranno i sogni e finchè
l’uomo potrà sognare,
non potrà mai morire.

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